E sono sette. Come i re di Roma, i samurai di Kurosawa, i vizi capitali, le meraviglie del mondo. Ecco, l’ultimo paragone può rivelarsi calzante: il settimo sigillo italiano dell’Imoco Volley Conegliano è una piccola meraviglia. Non solo perché giunto al termine di una stagione che è stata un vero capolavoro.
Quel triangolino tricolore che oramai è parte integrante della divisa da gara delle Pantere è rimasto cucito sul gialloblu grazie a una prova di forza psicologica prima ancora che tecnica o atletica.
Proviamo a riassumere quanto avvenuto. Conegliano approccia il mese di aprile da imbattuta assoluta. Di fronte si ritrova le vecchie rivali di Novara, avversarie in semifinale, con Cristina Chirichella al passo d’addio all’Igor Gorgonzola in attesa di trasferirsi proprio tra le colline del Prosecco.
Tutto bene in gara-1, un 3-0 senza problemi. Qualcosa cambia in gara-2, si va al tie-break e qui emergono delle difficoltà, l’Imoco va sotto nel set decisivo e si condanna allo spareggio. Al Palaverde solitamente non c’è storia e così è in gara-3 sabato 13 aprile che elimina Novara. Ma appena quattro giorni dopo, sempre a Villorba e nuovamente al tiebreak, il problema si ripresenta. Stavolta di fronte c’è Scandicci e in palio c’è il titolo italiano.
Le toscane dimostrano di essere toste e ben disposte in campo, al contrario le gialloblu commettono qualche errore.
Nel quinto set Conegliano ha l’occasione per chiudere il conto ma fallisce l’obiettivo, anzi incappa nel primo ko interno stagionale. Sono segnali allarmanti, sul più bello è mancata la giusta concentrazione. Cosa ci si deve attendere il sabato successivo, a Palazzo Wanny?
La risposta è semplice: arriva la reazione di Wolosz e compagne. Anche nell’impianto fiorentino Scandicci parte forte, ma stavolta l’Imoco è più reattiva. Si va nuovamente al tie-break, è quasi una prova di maturità che le gialloblu non falliscono.
Uno a uno nella serie. Soprattutto, trend invertito.
Se ne ha conferma nelle ultime due partite. Entrambe con lo stesso punteggio (3-1) a favore di Conegliano. Entrambe dominate a ogni livello.
Il terzo atto si rivela particolarmente dispendioso in termini di energie per Scandicci che giunge all’appuntamento di sabato 27 aprile quasi scarica. Il primo set, con fatica, è appannaggio delle toscane che però da lì in avanti subiscono la montante marea avversaria, Wolosz orchestra alla perfezione la regia regalando palloni su palloni a Bella Haak che non fallisce mai.
La svedese è la naturale MVP di una finale che si chiude con il trofeo da alzare al cielo, le bollicine, la festa. Ma la stagione non è ancora finita.
Manca un ultimo atto, quello della Champions League da giocare in Turchia in un derby tutto italiano. La Milano di Paola Egonu cercherà di riscattarsi dopo la delusione della semifinale scudetto, l’Imoco invece vorrà completare un’annata eccezionale con quella Coppa che nella sua storia è riuscita a conquistare una volta sola.
D’altronde l’appetito vien mangiando e tra il tetto del Palaverde e la bacheca della società, un posto per un altro trofeo si troverà volentieri.
di Federico Bettuzzi