IL TESORO DEL PEDREGAL

A Ca’ Scarpa sino al 30 giugno è visitabile la mostra dedicata allo Spacio Escultórico vincitore del Premio per il Giardino 2023-24

Immaginate un antico vulcano che, con le sue eruzioni e con le colate laviche contribuisce a modificare per sempre un vasto territorio. E poi una antica civiltà, custode della memoria dei cataclismi naturali, che attinge al medesimo terreno come luogo di coltura e di estrazione di materiale da costruzione. Infine, pensate alla stessa zona nel ventesimo secolo, nel pieno dell’urbanizzazione che recupera al contempo le radici antecedenti la colonizzazione europea e le relative tradizioni. In una parola, il Parco del Pedregal a Città del Messico, area verde compresa nel progetto della magnifica cittadella universitaria dell’UNAM, riscoperto grazie a sei artisti e alla volontà dell’università di valorizzare un autentico tesoro nazionale.

L’Espacio Escultórico ossia il prodotto di tale progetto è un luogo costituito da una grande opera d’arte collettiva che emerge dalla superficie lavica sulla quale, nel secolo scorso, a partire dalla fine degli anni Quaranta, nacquero e si svilupparono nuovi quartieri e la città universitaria dell’Universidad Nacional Autónoma de México (UNAM). Si tratta in particolare di un anello dentato composto da 64 prismi in cemento che poggiano su un basamento circolare del diametro di 120 metri. Il Pedregal (in italiano “pietraia”) appare come una distesa di roccia lavica, disseminata di vegetazione e variazioni morfologiche, che si evolve nel tempo e si manifesta come un paesaggio vivo, ricco di valore ecologico, e tuttora denso di richiami alla storia preispanica che lo ha preceduto.

Nella visione del Premio Carlo Scarpa, l’Espacio Escultórico “è un luogo di meditazione personale e insieme di azione collettiva: la sua storia ci porta a riflettere sul rapporto tra gesto artistico e coscienza ecologica; la dimensione corale della sua concezione ci invita a ragionare sull’impegno individuale nel campo del paesaggio, a stabilire nuove coordinate e nuovi compiti progettuali”.

Oltre alla cerimonia di conferimento del Premio e del relativo sigillo, la Fondazione Benetton Studi e Ricerche ha voluto omaggiare il Pedregal con un docufilm, un volume celebrativo e un’esposizione visitabile a Ca’ Scarpa, lo spazio espositivo in via Canova a Treviso. Realizzata su tre livelli, la mostra è strutturata su tre livelli: al pian terreno è situata l’area che racconta la genesi dell’Espacio Escultórico, l’istituzione della Riserva Archeologica e la difesa del paesaggio naturale in essa contenuta oltre ad un plastico che riproduce in miniatura l’enorme opera collettiva; al primo piano trova posto l’approfondimento storico e archeologico dell’area del Pedregal, col vulcano Xitle (oggi estinto) e i resti della civiltà azteca ben visibili nel sito di Cuicuilco, ma anche le documentazioni risalenti al periodo antecedente la Conquista e le varie trasformazioni del paesaggio; infine, nell’auditorio al secondo piano viene proiettato in maniera continuativa il docufilm di 45 minuti del regista Davide Gambino che racconta, attraverso voci e volti dei personaggi e immagini dei luoghi, il territorio del Pedregal, le scelte culturali alla base dell’UNAM e la preservazione di un piccolo capolavoro collettivo.
La mostra, inaugurata lo scorso 13 aprile, è visitabile sino al 30 giugno nei fine settimana con ingresso libero.

Ca’ Scarpa apre al pubblico ogni venerdì pomeriggio in orario 15-19 mentre nei sabati e nelle domeniche è possibile visitare l’esposizione sia al mattino (10-13) che al pomeriggio (15-19).

di Federico Bettuzzi

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