EDITORIALE LUGLIO/AGOSTO 2024

RICORDI D’ESTATE

“E la chiamano estate…”, cantava Bruno Martino quasi sessant’anni fa. Era il 1965, periodo del boom economico, delle prime mode giovanili, delle speranze verso il domani. Quelle speranze che avrebbero trovato fiato di lì a poco, col Sessantotto. E che poi si sarebbero scontrate con la durezza dell’Autunno Caldo, la crudeltà del terrorismo, le ristrettezze dell’austerità. La spensieratezza melanconica si sarebbe rivelata “solo un’illusione”, per citare la traduzione del famoso brano dance dei giamaicani Imagination. Oppure quella Fata Morgana cantata dai Litfiba che ammalia, induce in errore e condanna alla perdizione.
Perdonate la digressione musicale, care lettrici e cari lettori, ma la stagione estiva conduce spesso e volentieri ai ricordi del passato e al periodo delle canzoni. D’altronde chi ha qualche capello grigio o bianco in testa (o non ne ha più, ahilui), ricorda certamente il fu Festivalbar che proprio sulle canzoni dell’estate poggiava il suo successo itinerante nelle piazze. La musica, i balli spontanei, le serate all’aperto erano il leitmotiv costante. Come l’anguria fresca al chiosco che un tempo era adiacente (e poi prospicente) Porta San Tomaso, scomparso purtroppo da tanti anni. O la serata all’ippodromo di S. Artemio, un gelato o una bibita in mano, non badando alle moleste zanzare ma godendosi la riunione ippica. O i ragazzini che alla mattina e al pomeriggio si davano appuntamento ai campi di calcio in periferia o ai playground del Sacro Cuore o di Madona Granda per delle infinite sfide, all’ultimo gol o all’ultimo canestro, dimentichi per qualche settimana della scuola e dei compiti a casa. Oppure le fughe verso il mare, le colonne serali in direzione Jesolo, le discoteche affollatissime, ognuna con una clientela diversa.
Treviso è cambiata molto, da quelle epoche ad oggi. Non solo per la sparizione di luoghi di ritrovo un tempo canonici. Sono mutate le abitudini: il culmine del ritrovo giornaliero è fissato all’aperitivo, che è un rito costante nel corso dell’anno e non un’esclusiva della bella stagione. I palloni non rimbalzano più, bambini e ragazzini si rintanano in casa, le notti sul litorale sono divenute occasioni mondane e non più di svago senza pensieri. La nostalgia di quelle estati meno tecnologiche ma più genuine continua a riproporsi ogni anno. L’unica costante immutata è rappresentata dalla voglia di sfogliare una rivista, in spiaggia sotto l’ombrellone o al bar sorseggiando una bibita, alla scoperta di un mondo diverso. E allora lasciatemi annunciare l’imminente arrivo di QuiNordest, il magazine di Malvasia Edizioni che sarà declinato in uscite a forte carattere regionale per Veneto, Friuli Venezia Giulia e Trentino Alto Adige. Non sarà un succedaneo del neonato QuiTreviso ma un suo naturale complemento: qui continuerete a trovare storie del territorio e personaggi fortemente legati alla Marca; nei magazine invece ci sarà spazio per approfondimenti e potenziali argomenti per gite fuori porta e per vacanze mai pensate prima.
Vi lascio dunque alla lettura del terzo numero di QuiTreviso, in cui troverete come sempre tanta qualità e attenzione da parte della redazione, con contenuti sempre nuovi e d’interesse. Ci rileggeremo a settembre con la prossima uscita e, ovviamente, con QuiNordest.

Buona estate!

Il direttore responsabile
Federico Bettuzzi

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