I 50 anni della rivista “Taste Vin” festeggiati al Vinitaly

Il suo storico direttore, Annibale Toffolo, premiato anche dal Governatore Luca Zaia

di Lorenzo Baldoni

Non poteva scegliere una “vetrina” migliore. I 50 anni della rivista “Taste Vin” sono stati festeggiati all’interno dei padiglioni di una delle più prestigiose fiere internazionali del mondo del vino, l’ultima edizione del Vinitaly a Verona. C’erano amici di una vita, imprenditori, esperti del settore a far festa attorno ad Annibale Toffolo, editore e giornalista che iniziò la sua avventura nel 1974.

A questo importante appuntamento non è voluto mancare il presidente della Regione Luca Zaia.

“Un grazie a Toffolo – ha sottolineato Zaia – e a chi con lui per mezzo secolo ha divulgato le eccellenze della Marca e del Veneto anche fuori dai confini nazionali. I contenuti della sua rivista non riguardano solo l’enogastronomia ma si estende anche alla cultura e all’economia turistica”.

LA STORIA
“Dobbiamo durare almeno un anno, altrimenti che figura ci faccio!?”: era scettico il grande Bepo Maffioli quando mezzo secolo fa, Annibale Toffolo gli propose di iniziare l’avventura di “Vin Veneto”, rivista di enogastronomia, cultura e turismo che oggi si chiama “Taste Vin”.
Toffolo è ancora oggi editore di quella rivista che ha tagliato il traguardo dei 50 anni.

Da anni Taste Vin infatti è presente alla prestigiosa vetrina internazionale del Vinitaly.
Ma ha fatto tappa anche a “Prowein” a Dusseldorf e ad “Anuga” la Fiera mondiale del food and beverage di Colonia.

La rivista non si è fermata ai confini regionali. Con il premio “Fogher d’oro Internazionale” è stata promossa la cucina veneta e della Marca anche nei Paesi europei come Austria e Germania. E’ stato quindi “sconfitto” lo scetticismo e i timori del grande e compianto Maffioli.

Lo stesso Toffolo nel 2019 in occasione del 45° compleanno di Taste Vin su una locandina fece scrivere “Aspettando il 50° anniversario”.

 

GLI INIZI
Toffolo racconta: “Quando all’inizio degli anni ’70 approdai in Veneto Beppo Maffioli era un personaggio conosciuto nel mondo dell’enogastronomia veneta, trevigiana in primis.
E non solo. Questa sua vocazione di cui mi parlò una persona che ancor oggi affolla i miei ricordi di vita vissuta in terra veneta, vale a dire l’allora segretario generale della Fiera di Padova, Livio Sirio Stecca, estimatore della passione di Maffioli per la cultura veneta della tavola e della tipicità dei suoi piatti che tradusse, poi, per i tipi della Muzzio Editore, in numerosi volumi di cucina”.
Il Beppo era un personaggio eclettico, fu attore, autore e registra teatrale, conduttore radiofonico, ideatore e cofondatore della prima realtà giornalistica, veneta, proiettata ad esaltare piatti e vini regionali: dal connubio con l’attuale editore direttore, Annibale Toffolo, con cui fondò, nel lontano 1974, il periodico Vin Veneto.

Una rivista che per i contenuti e le suo originali copertine, riproduzione di quadri di artisti affermati, voluti e selezionati dal “gregario” Toffolo, formatosi culturalmente all’Accademia d’Arte di Venezia, che seppe dargli quel tocco di originalità in più da farne un “oggetto” da collezione.

La tenacia di Maffioli, fedele espressione del suo segno zodiacale – il Toro, simbolo di fuoco e sinonimo di persona testarda, priva di disponibilità al confronto, diffidente verso chi non conosce bene e i cambiamenti – fu il vero motore di un successo che progressivamente baciò questa avventura editoriale che, purtroppo, il 3 giugno 1985, anno causa il decesso di questo illustre interprete dell’enogastronomia veneta e trevigiana, sembrava destinata a concludersi.

BEPO LUNGIMIMIRANTE
Bepo realizzò per primo l’identificazione storica (1981) del Tiramisù.
La determinazione di Toffolo a non cedere lo spinsero a ricercare un nuovo “volano” che fosse in grado di esaltare una così preziosa identità culturale dei cibi e dei vini del Veneto.
Lo individuò in Giovanni Vicentini, giornalista di profonda formazione e divulgatore dell’arte gastronomica italiana, direttore della Rai di Bologna e presidente della Fondazione Salieri di Legnago (sua città d’origine), che nel 1987 ne assunse la direzione e dopo il naturale rodaggio, senza sconvolgerne l’identità e la sua linea editoriale, mutò, portandola alla cadenza bimestrale, il suo nome identificativo in “Taste Vin”, di certo più aderente al mutare dei tempi e per continuare ad essere testimone di una enogastronomia che doveva saper coinvolgere le generazioni del secondo ma anche quelle del terzo millennio.

Toffolo ricorda: “Il mio personale rapporto con entrambi è stato di grande e affettuosa, solidale, amicizia anche se l’inizio, con Maffioli, fu abbastanza tumultuoso, prodromo di uno scontro di due segni di fuoco zodiacali (lui Toro io Leone) che non intendevano cedere “il passo”.
Ma il tutto si ricompose in occasione di una luculliana e amena cena, in occasione di un Vinitaly, nelle cantine di villa Bolla (in piazza Cittadella Verona) dove ci ritrovammo fianco a fianco a parlare di una delle prelibatezze del buon mangiare, rustico, veneto: pasta e fagioli di quelle “dove il cucchiaio resta in piedi”.
Fu un conversare amabile, genuino, fatto di sintonie che hanno lasciato il segno nella mia professione passata e presente che si è sempre uniformata a quel rigore che, non volendo, forse, il maestro Maffioli mi ha inculcato nel nostro proseguo nonostante sia stato troppo breve anche se rivivo con grande lucidità in queste poche righe vergate per sottolineare lo spessore umano e culturale di un uomo cui il Veneto deve molto”.

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