Dino Munarolo

Una eccellenza per la Medicina dello Sport, appassionato d’arte, socio onorario di Asolo Musica, della Fondazione Guggenheim e consigliere del Teatro Stabile del Veneto

“Ho la fortuna di vivere in un posto meraviglioso guardando il Sile con il suo fascino impagabile”……

di ANDREA VIDOTTI

Iniziare come medico di base di un paesino della Marca fino a diventare uno dei più stimati medici di medicina dello sport a livello nazionale, non è da tutti e non si può certo definirlo un “saltino” soprattutto se si considera che questa crescita è avvenuta in pochissimo tempo.
Lui è Dino Munarolo e da quando è quiescenza e ora, si dedica finalmente ai suoi numerosi hobby che vanno dalla bici alla camminata (circa 70 km a settimana), l’arte e il suo amore per gli impressionisti, la pizza del giovedì con gli amici storici e il teatro e il calcio Treviso.

Il Dr Munarolo è nato a San Zenone degli Ezzelini (TV) il 27 Settembre 1952. Laureato in Medicina e Chirurgia presso l’Università di Padova, sede di Verona, nel 1978. Ha conseguito la Specializzazione in Medicina dello Sport nel 1983 presso l’Università di Chieti, con il Prof. Leonardo Vecchiet, storico responsabile medico della Nazionale Italiana di calcio. Nel 1990 si è specializzato in Fisiokinesiterapia presso l’Università di Trieste.

Dino Munarolo

Dal 1981 al 2011 prima Medico Sociale, e poi Responsabile Medico della Squadra Professionistica del Treviso Calcio. Attualmente è Consulente Medico della Società di Calcio Treviso Accademy.

È stato Direttore Sanitario del Poliambulatorio Ortopedico, Fisioterapico e di Medicina dello Sport.

Svolge l’attività libero professionale nel campo della fisioterapia e riabilitazione, nonché della traumatologia sportiva.
E’ Socio Onorario di Asolo Musica, Membership della Fondazione Peggy Guggenheim, Appassionato e collezionista di arte moderna, Promotore di visite guidate di gruppi e di appassionati a mostre, concerti e vari eventi cultuali, Consigliere nel CdA del Teatro Stabile del Veneto.

Com’è nato il suo rapporto con il Treviso Calcio, che dura da oltre 40 anni?
“Nasce casualmente in quanto il Dott Giulio Pini (informatore farmaceutico e papà di Paolo grande tifoso del calcio Treviso) nel 1981 (allora specializzando in Medicina dello Sport con il compianto Prof Leonardo Vecchiet Medico della Nazionale di Calcio vincitrice del Campionato del Mondo del 1982, e mio secondo padre), mi ha dato l’opportunità di far parte della famiglia del Treviso Calcio, inizialmente come medico incaricato alle partite in trasferta e negli anni successivi con mansioni più qualificate fino a diventare responsabile medico carica che a tutt’oggi ricopro”.

C’è un allenatore, un dirigente e un giocatore del Treviso a cui è stato più legato?
“Come allenatore citerei due allenatori soprattutto: Francesco Guidolin e Bepi Pillon, come dirigente Bepi Lucchese, siamo assieme al Treviso da oltre 30 anni oltre che amici fraterni. Come calciatore sicuramente Silvano Colusso che è stato il mio primo capitano nel 1981 e a cui tutt’ora sono particolarmente legato da grande amicizia”.

Rivedremo presto il Treviso Calcio nei campionati a cui eravamo abituati?
“E’ più di una speranza. Quest’anno abbiamo una buona squadra che può competere per la promozione nel calcio professionistico, speriamo che sia l’anno buono”.
Nel 2005 Treviso ha partecipato al campionato italiano di serie A, qual è il suo ricordo? “I ricordi sono molti e intensi, ma in particolare l’emozione più grande l’ho provata alla prima partita di seria A a San Siro contro l’Inter.
Prima dell’inizio della gara, ho guardato la tribuna vuota e ho pensato a mio padre tifoso dell’Inter! Purtroppo ci aveva già lasciato ma da lassù sicuramente sarà stato fiero di me”.

Qual è il suo pensiero sul doping nel mondo del calcio?
“Nel passato il doping probabilmente c’è stato anche nel mondo del calcio (esempio anabolizzanti) ma questa piaga ha interessato e forse interessa sicuramente altri sport in maniera molto più drammatica. Attualmente penso che il calcio sia pulito”.

Quali sono i suoi sport preferiti?
“Naturalmente al calcio ma anche al tennis, a maggior ragione ora che abbiamo un fenomeno come Sinner.
Da giovane ho praticato il calcio a livello dilettantistico fino alla Promozione con la Luparense dove mi sono scontrato anche con il Calcio Treviso non sapendo allora che sarebbe diventata la mia squadra del cuore.
Poi per motivi di studio ho lasciato, ma il calcio non ne ha risentito più di tanto! Ho praticato il tennis, la corsa e la mountain bike. Attualmente, vista l’età e gli acciacchi, mi accontento di camminare praticando il Nordic Walking e continuando ad andare in bicicletta”.

Lo sport è la miglior medicina per combattere l’obesità e le malattie in età adolescenziale, cosa bisognerebbe fare per aumentare la pratica sportiva, anche nelle scuole?
“Lo sport o meglio l’attività fisica, proposta in base all’età, è senz’altro utile per svariati problemi di salute: obesità, diabete, ipertensione, ipercolesterolemia, varie patologie cardiologiche nonché un potente anti stress.
E’ essenziale avviare i bambini fin da piccoli all’attività fisica lasciandoli liberi senza costringerli a praticare un determinato sport e via via che passano gli anni indirizzarli allo sport a cui sono più portati anche in base alle loro qualità e capacità fisiche nonché psicologiche.
E’ indispensabile continuare a praticare l’attività fisica sotto varie forme nella maturità fino alla senescenza”.

Lo Studio Munarolo opera nel campo della fisioterapia e riabilitazione, e traumatologia sportiva. Quali sono i tipi di traumi che maggiormente vi trovate ad affrontare?
“Non sono più direttore sanitario dello Studio Munarolo per ovvie ragioni anagrafiche. Continuo comunque a prestare la mia consulenza presso lo studio stesso.
I traumi trattati sono molti, senz’altro i più frequenti sono i traumi muscolari e articolari (ginocchia e caviglie in primis) ma un’altra patologia molto frequente è il cosiddetto “Mal di Schiena” provocato da diverse patologie della colonna vertebrale. Inoltre i problemi sia traumatici che legati all’usura fisica che interessano le spalle, le anche ecc”.

Cosa le piace di Treviso come città?
“Treviso è una città bellissima, a misura d’uomo, ordinata e ben amministrata anche se ultimamente assistiamo ad un crescendo della microcriminalità, problema per altro che interessa tutta l’Italia.
Ho la fortuna di vivere in un posto meraviglioso guardando il Sile con il suo fascino impagabile”.

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