Il clamoroso titolo olimpico delle azzurre di Velasco è marchiato Imoco. E sull’onda di questo successo riparte la nuova stagione delle Pantere.
di Federico Bettuzzi
Ammettiamolo: nei caldi giorni di inizio agosto eravamo tutti sintonizzati sull’ItalVolley femminile, quella magnifica squadra capace di scalare l’Olimpo dello sport all’interno dei Giochi di Parigi.
All’interno della perfetta macchina da punti affinata dal CT Velasco col prezioso aiuto di Mister Secolo Lollo Bernardi, oltre metà delle componenti portava addosso le stimmate sportive dell’esperienza di Conegliano.
L’MVP Paola Egonu, l’inarrestabile Miriam Sylla, la concreta capitana Anna Danesi, la preziosa riserva Loveth Omoruyi sono state parte importante anche dei primi successi dell’Imoco, quelli iniziati nel 2016 e proseguiti sino al 2022. Poi ci sono le tre Pantere d’oro attuali, ossia l’eterna Moki De Gennaro (che con questo risultato ha dato l’addio all’azzurro), la fenice Sarah Fahr e Marina Lubian. Sette ragazze che, negli allenamenti al Palaverde e nel corso di centinaia di partite, si sono forgiate quali autentiche campionesse, capaci di caricarsi sulle spalle una Nazionale portandola al più impensabile dei traguardi. L’oro di Parigi è di Egonu, imbattibile in diagonale, e di Sylla, devastante ogni volta che è stata chiamata in azione. Ma anche di Fahr, che ha concluso la propria rinascita dopo il doppio infortunio di due anni fa. In semifinale contro la Turchia del CT Santarelli (a proposito di Imoco…), i muri della centrale sono stati determinanti per respingere gli ultimi, disperati attacchi delle anatoliche e consegnare all’Italia il pass per la finalissima. Un appuntamento con la storia oltre che con volti noti, ossia il trio ex gialloblu Plummer-Robinson Cook-Ogbogu, grandi conoscitrici del campionato italiano ma soprattutto del sistema-Conegliano. Eppure anche nell’atto conclusivo non c’è stata storia, o quasi: solo a sprazzi le statunitensi hanno mostrato la loro forza, venendo alla fine costrette a togliersi di dosso la corona per consegnarla alle azzurre.
Da Parigi è rientrata una Nazionale da applausi ma ancor di più l’immagine di un club, quello di Conegliano, che ha dimostrato lungimiranza, pazienza, metodo nella costruzione dei suoi cicli vincenti. Non tutti avrebbero aspettato Fahr dopo che per ben due volte lo stesso ginocchio ha dichiarato forfait; non tutti avrebbero prima esaltato e poi cambiato Sylla ed Egonu per alternative di mercato; non tutti avrebbero ancora puntato sulla qualità di De Gennaro ignorandone l’età anagrafica ma puntando sulla sua proverbiale fame di vittorie.
Imoco l’ha fatto, la Nazionale ha saputo trarne insegnamento puntellando i lati deboli, tecnici e caratteriali, attingendo al lavoro di Santarelli. Il quale è finito ai piedi del podio, sconfitto nella finalina dal Brasile di Gabi, altra giocatrice con il gialloblu Imoco nel destino. Dalla schiacciatrice sudamericana oltre che dalle tre medagliate d’oro riparte la nuova Conegliano, che avrà ancora capitan Wolosz in regia e il martello Haak da servire con continuità e l’azzurrina Bardaro (argento europeo Under20) come secondo libero. Poi le tante novità: Gabi appunto, ma anche Lukasik, Zhu, l’ex rivale Chirichella, il ritorno di Eckl, la giapponese Nanami Seki come palleggiatrice di riserva. La multinazionale gialloblu è pronta a stupire ancora col solito obiettivo: vincere tutto. In palio ci sono cinque trofei, dopo la stagione del poker si aggiunge il ritorno del Mondiale per Club, un titolo che Conegliano ha vinto due volte ma che un anno fa non ha potuto difendere. I presidenti Garbellotto e Maschio, la famiglia Polo, i tanti sponsor e sostenitori, i tifosi sognano un’altra annata da record: qualcosa ci dice che saranno accontentati.