STEFANO CAMPOCCIA

AVVOCATO, DOCENTE UNIVERSITARIO, VICE PRESIDENTE UDINESE CALCIO, VICEPRESIDENTE FONDAZIONE CORTINA 2026

Stefano Campoccia, è uno dei legali più apprezzati e stimati del Nord-Est, una tradizione di famiglia seguendo papà Arturo. Laurea in Giurisprudenza nel 1986 e Master alla Bocconi e tanti clienti che vogliono “vincere facile”.

Ha studi a Treviso, Conegliano, Udine, Milano, Trieste e Pordenone.

“Essere avvocato figlio d’arte effettivamente mi inorgoglisce. I tempi cambiano e la professione legale è in forte transizione da anni. Ma la tradizione e l’educazione alla professione forense sono valori che restano. Internet, digitalizzazione e in futuro applicazioni IA sempre più profilate per esigenze professionali, impongono sempre più competenze e interdisciplinarità nella pratica forense. L’incrocio tra elevate competenze in diritto ed in economia (ormai da molto tempo applicate anche alle

CAMPOCCIA CON IL NOSTRO COLLABORATORE VIDOTTI

complesse regole dello sport professionistico) sono il pane quotidiano dello Studio. Rende orgogliosi aver accompagnato molte imprese del nord est in operazioni straordinarie dialogando e competendo con studi legali internazionali; la passione e la competenza consentono a mio parere ancora grandi spazi agli studi professionali locali. Ma si deve avere la consapevolezza delle elevate esigenze del cliente e delle complessità delle materie trattate. Marchi storici del nostro nord est come Riello, Freud, Mep. La Sportiva, Boscolo Hotel, Visottica, Cappellotto, Rizzani de Eccher, Cesi e molte altre hanno legato poco o tanto le loro storie allo Studio e ciò mi rende molto orgoglioso”.

Lo studio Campoccia ha diverse sedi sparse nel Nord Italia con focus sul Diritto Commerciale Societario.
“Lo Studio si è evoluto con varie sedi per seguire bisogni diversificati dei clienti nelle varie aree del diritto e dell’economia e … della geografia. Udine è stato pensato come polo a servizio di clientela sia di diritto commerciale che sportivo. Udinese calcio è diventata negli oltre 20 anni di collaborazione un’autentica palestra in cui lo Studio ha potuto dedicare professionisti altamente specializzati in diritto sportivo e commerciale per offrire servizio oltre che alla grande Udinese anche a tantissime altre società, associazioni e federazioni sportive italiane ed estere.
Torino, l’ultima apertura, si è invece pensata come piattaforma per servizi legali dedicati alla complessa normativa nazionale ed europea che si è evoluta nell’ambito ESG dell’efficienza energetica e dei relativi benefici pubblici dedicati alla riqualificazione energetica.
Lo Studio ha seguito e segue attività di pianificazione di investimenti in ambito di energie rinnovabili con importanti successi. Da ultimo mi piace ricordare la partnership tra Bluenergy e Udinese calcio per il primo progetto di stadio ad alta efficienza energetica verso la Carbon Neutrality. Udinese calcio è divenuta il primo club nazionale e tra i primi in Europa per ESG index. Un grande successo per un club di provincia”.

Un forte legame con il mondo dello sport. Prima al Genoa e poi Vicepresidente dell’Udinese e responsabile dei rapporti con la Lega A. Esperto di diritti televisivi.
“Sin dalla modifica normativa italiana che ha introdotto le forme di commercializzazione dei diritti televisivi della Serie A in Italia e nel mondo in forma centralizzata, come avvocato ho maturato grande esperienza in una materia particolarmente complessa. Partecipo grazie a tale esperienza ad ogni tender e commissione in seno alla Serie A che studia il mercato e definisce le relative strategie sino alla negoziazione e conclusione dei relativi contratti per perseguire la massimizzazione del valore dei diritti. È una materia complessa in cui il confronto con i massimi esperti nominati da tutti i network televisivi rende sempre stimolante il duro lavoro che si fa”.

L’Udinese ha uno stadio modello, quanto è importante l’impiantistica nel calcio di oggi?
“Moltissimo! Il calcio moderno deve confrontarsi con le nuove esigenze di una clientela sempre più esigente. La fruibilità dell’impiantistica sportiva nel match day e delle aree accessorie anche negli altri giorni non impegnati dagli eventi sportivi, rendono lo stadio moderno un vero e proprio elemento identitario della comunità dei tifosi ma anche un centro di aggregazione sociale ed un motore dell’economia del territorio.
Uno stadio multifunzionale rappresenta un’opportunità per gli Enti Pubblici di ripensare il territorio e di rigenerare luoghi ed infrastrutture spesso fatiscenti. Questo è accaduto a Udine e sta purtroppo tardando ad accadere in altre città che restano in balia della burocrazia per troppo tempo. Questo è uno dei veri gravi gap del sistema del calcio professionistico italiano rispetto alle altre leghe europee. Va detto in onestà che è sempre la forte volontà dell’imprenditore che supera qualsiasi ostacolo! Senza la tenacia del Paron Giampaolo Pozzo e senza la ferrea volontà professionale di trovare soluzioni compatibili, Udine non avrebbe uno degli stadi più belli d’Europa! Credo che molti presidenti dovrebbero prendere esempio dalla famiglia Pozzo e non attendere che il pubblico renda conseguibili risultati come si è riusciti a Udine dove si sono raggiunti comunque, contro tutto e tutti, senza benefici pubblici e senza i pochi benefici della legge Stadi.
Il Paese non può non comprendere come l’infrastruttura sportiva non deve considerarsi un lusso per una società sportiva ma un bene strumentale a servizio del territorio fatto (a Udine) con soldi privati!”

Una società che scova sempre talenti in tutto il mondo, che ha i conti a posto e con la famiglia Pozzo che ha sempre resistito alle sirene straniere. Qual è Il segreto dell’Udinese?
“Dietro il colletto delle maglie bianconere c’è scritto “la passione è la nostra forza”. Ecco, se devo sintetizzare il claim della famiglia imprenditoriale impegnata nel calcio di vertice più longeva d’Italia, questa è la frase che sintetizza la risposta più completa: passione, oculatezza e competenza da trent’anni in serie A ininterrottamente! Il popolo friulano deve esserne orgoglioso e riconoscente”.

Vicepresidente di Fondazione Cortina 2026. Che Olimpiadi saranno? Che ricaduta si prevede per il territorio?
“Anche qui mi verrebbe da dire le parole chiave sono le stesse del calcio di Udine: sostenibilità, capacità imprenditoriale ed organizzativa ed eredità. Sostenibilità è una necessità. Si deve però uscire da luoghi comuni e critiche alla pista da bob per il relativo costo! La candidatura olimpica non poteva non prevedere un’infrastruttura sportiva necessaria per l’assegnazione dei Giochi! In Italia dovremmo tutti essere più consapevoli della grandissima opportunità che i Giochi regaleranno all’Italia ed al Veneto, piuttosto che perdersi in demagogiche e spesso non corrette critiche. Nessuno si lamentava prima a Cortina con un rudere arrugginito che da oltre 20 anni offendeva una delle valli più belle d’Italia. Il progetto dello sliding center potrà essere l’eredità capace di rinnovare l’unicità dell’offerta turistico-sportiva di Cortina.
Bisogna crederci e fare sistema. Ci sono realtà in Europa che sanno far rendere infrastrutture simili. Sono certo che anche in Italia si possa, purché si veda questa infrastruttura come un centro di possibili rendite in termini di ricadute turistiche ed anche, perché no, economiche.
Eredità dunque! Ma è ora che nel nostro territorio cresca la consapevolezza e l’orgoglio del Veneto e dei Veneti di essere stati scelti nel mondo per organizzare i Giochi olimpici. Nel 1956 ciò è accaduto e furono le prime Olimpiadi invernali moderne. Indimenticate e indimenticabili.
Le prime Olimpiadi trasmesse in televisione; l’operosità e il grande spirito volontaristico di noi veneti può trasformare davvero questa occasione in una nuova stagione di rinnovamento del nostro territorio. Uno strumento di marketing territoriale unico!
Non si può perdere questa occasione con bizze demagogiche o politiche di basso cabotaggio! Le Olimpiadi sono di tutti. E sono un evento epocale in cui tutti i Veneti debbono contribuire a renderlo unico. Come la nostra terra”.

Cortina è pronta per ospitare il grande evento? Saranno le prime Olimpiadi diffuse e sotto il segno della sostenibilità. Sostenibilità non solo dal punto di vista delle emissioni di CO2, della mobilità, delle energie rinnovabili, ospitalità accessibile, ma anche sostenibilità economica?
“Una delle qualità espresse e degli impegni precisi in sede di candidatura italiana ai Giochi Invernali del 2026 e’ stata proprio il rispetto del canone della sostenibilità.
Organizzare un grande evento pare bene inconciliabile con i canoni della sostenibilità economica eppure questa priorità si comprende in ogni riunione interna. C’è una forte responsabilità di tutti a rispettare questo impegno.
I Giochi Invernali del 2026 sono stati pianificati per essere sostenibili. Sfida ambiziosa certo, ma realizzabile! Sostenibilità economica oltre che sociale e’ anche sviluppare il senso della partecipazione volontaria all’evento.
Noi di Fondazione Cortina abbiamo lanciato il progetto “Volontario Dolomitico”. Chiunque voglia dare il proprio contributo organizzativo può aderire al progetto.
Essere volontari dolomitici significa contribuire alla realizzazione dell’evento e accresce il senso della partecipazione all’organizzazione di un evento complesso in un territorio fragile: una sfida che i veneti sapranno raccogliere e vincere. Ne sono sicuro”.

Ha siglato un accordo di media partnership con Dazn per i contenuti ideati e prodotti da Fondazione Cortina, quanto importante è la comunicazione per un evento della portata di un Olimpiade?
“Importantissimo. Eredità dei Giochi è anche consentire al mondo di vedere le bellezze uniche del nostro Veneto. Un invito al mondo a visitare il Veneto meraviglioso. Verona e le Dolomiti bellunesi saranno i palcoscenici di questa sfida olimpica. Saper comunicare in modo efficiente sfruttando le nuove modalità, come i social e le piattaforme OTT, diverrà un moltiplicatore degli effetti attesi dall’organizzazione dei Giochi.
Chiunque nel mondo dovrà conoscere e saper godere della meraviglia delle Dolomiti bellunesi e della conca ampezzana come dell’Arena di Verona ed in generale di tutto il Veneto. Saper offrire contenuti audiovisivi idonei a valorizzare il territorio e le sue unicità turistiche e le sue eccellenze enogastronomiche sarà una opportunità unica.
Pensiamo di organizzare una library di tutti i contenuti audiovisivi che raccontano il territorio dolomitico le sue tradizioni le eccellenze enogastronomiche e le opportunità sportive. Una library disponibile a tutti gli operatori della comunicazione ed a tutti i narratori di questa Olimpiadi nel cuore delle Dolomiti.
Dobbiamo saper narrare il nostro Territorio in modo adeguato e con linguaggi capaci di far innamorare di un territorio unico coloro che ancora non ne conoscono unicità ed eccellenze”.

Esperto di Diritto Sportivo, spesso relatore a convegni di formazione. Le piace insegnare?
“Devo dire che crescendo professionalmente, cresce il piacere di condividere con le giovani generazioni esperienze competenze e la bellezza del diritto applicato all’economia. Le occasioni didattiche consentono di tramandare esperienze e competenze con un contatto con i ragazzi sempre virtuoso per tutti”.

Ha 5 figli, qualcuno di loro seguirà le orme paterne nel diritto o nello sport?
“Mio figlio Gregorio ama il calcio più di me e una volta laureato in economia sceglierà se fare esperienze in ambito dell’economia dello sport professionistico.
Mia figlia Giuditta, e’ laureata in Svizzera in Hospitality e lavora in Fondazione Milano Cortina. Nessun avvocato in futuro però.
Carolina, laureata in legge si è specializzata in ESG e sta conseguendo un prestigioso Master a NYC alla Columbia University. Sostenibilità, non sport.
Sebastiano è design e divide la sua vita tra Berlino e Venezia. Più arte che sport. Diletta 14 anni è presto per indovinare ma credo più arte che sport come suo fratello. Lo studio però è di chi lo vive come una famiglia e sono certo che l’amore di tutti coloro che ci lavorano sarà il miglior carburante (sostenibile) che consentirà di fare ancora tanta strada, ci sono tanti bravi giovani che hanno tanto entusiasmo”.

Abita a Treviso, cosa le piace di questa città?
“L’armonia di una piccola città murata visitata da Dante e piena di Storia, molto verde e l’acqua cristallina che l’attraversa pettinando alghe verdissime. Una città di provincia in cui sapientemente le amministrazioni pubbliche hanno saputo valorizzare le sue bellezze e la sua unicità. Attraversarla in bicicletta è un privilegio concesso a tutti. Costa nulla ed è… sostenibile. Si vive benissimo”.

di Andrea Vidotti

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