Il Trasporto sociale è un servizio di accompagnamento rivolto a persone in condizioni di disagio psichico, fisico o economico; prevalentemente anziani, persone con disabilità o minori, privi di idonea rete familiare di supporto e/o non in grado di muoversi in modo autonomo. È un servizio che viene effettuato, in larghissima misura, da associazioni di volontariato alle quali i cittadini si rivolgono direttamente ma anche in ragione di convenzioni stipulate con le Amministrazioni Comunali.
A Parlarcene è Alberto Franceschini, presidente di Anteas, al quale chiediamo di spiegarci più dettagliatamente chi sono i principali destinatari di questo servizio e quali sono le loro principali necessità.
“In primo luogo -dice Franceschini- il servizio è sempre destinato a persone in condizione, anche temporanea, di fragilità o persone con disabilità psicofisica. Tali problemi si sostanziano nella difficoltà/impossibilità ad utilizzare la rete familiare di supporto e/o i mezzi pubblici a disposizione e pertanto la necessità di ricorrere ad altri soggetti.
Secondariamente, la caratteristica che emerge in rilievo è la relazione con la struttura pubblica; i destinatari possono essere seguiti o conosciuti dai servizi, i quali ne segnalano la necessità al soggetto che effettua il Trasporto sociale.
In terzo luogo vi è una finalizzazione specifica rispetto alle destinazioni; generalmente l’obiettivo del Trasporto sociale è quello di garantire l’accesso a strutture, servizi o a reti aggregative. Si può quindi intendere quale servizio volto a rimuovere lo specifico bisogno di mobilità del beneficiario e nel contempo una prestazione in grado di rispondere indirettamente anche ad altre esigenze dell’utente come, ad esempio, la frequenza ai centri nei quali potrà socializzare.
Questo tipo di accezione consente di associare il Trasporto sociale con la fruibilità effettiva dei servizi rivolti alla persona, senza il quale quindi per il cittadino sarebbe impossibile accedere puntualmente o in continuità; il Trasporto sociale non riveste in sintesi rilevanza propria, ma assume una valenza accessoria rispetto ad altri obiettivi specifici.
Pertanto, si considera come “Trasporto sociale” un servizio di accompagnamento diretto a persone fragili (anziani, minori o persone con disabilità) e finalizzato, a consentire l’accesso alla rete di servizi sanitari, sociali, educativi e ricreativi o eventi aggregativi”.
Quindi, l’obiettivo principale del Trasporto Sociale è garantire l’accesso a questi servizi e strutture. Può approfondire come viene realizzato questo obiettivo nella pratica?
“Il Trasporto Sociale si propone di fornire un servizio di accompagnamento diretto alle persone fragili o con disabilità, consentendo loro di raggiungere le destinazioni desiderate. Questo può includere ospedali, centri diurni, centri ricreativi, ma anche eventi sociali e culturali. Inoltre, il servizio non si limita alla semplice mobilità, ma cerca anche di rispondere ad altre esigenze dell’utente, come la necessità di socializzare e partecipare attivamente alla vita comunitaria”.
Può illustrarci le diverse modalità con cui viene erogato il servizio di Trasporto Sociale nella Provincia di Treviso?
“Nella Provincia di Treviso questo servizio viene svolto con tre modalità:
1. direttamente dalle associazioni che raccolgono direttamente le richieste dalle persone interessate ed effettuano il trasporto con i loro volontari e automezzi;
2. direttamente dalle amministrazioni o tramite associazioni in convenzione; in questo caso il cittadino deve rivolgersi ai servizi sociali che segnalano il nominativo da trasportare all’associazione. In questo caso molte volte il comune chiede un contributo il cui importo tiene anche conto dell’isee del richiedente
3. da Volontarisieme che sulla base del progetto approvato con delibera della Regione veneto che stanzia apposite risorse economiche ha coinvolto varie associazioni della Provincia dando vita al progetto che va sotto il nome di STACCO.
Con questo progetto la cui regia e di Volontarinsime vengono effettuati trasporti dalle associazioni aderenti al progetto delle persone anziane, persone con disabilità o minori, privi di idonea rete familiare di supporto e/o non in grado di muoversi in modo autonomo.
Per fruire di questo servizio le persone, nelle condizioni dette in precedenza, devono semplicemente chiamare un numero di telefono appositamente dedicato da Volontarisieme. Quest’ultimo si preoccuperà di organizzare il trasporto e nulla verrà chiesto al richiedente nè in denaro e tantomeno di esibire l’isee”.
Molto chiaro. Tuttavia, ci sono delle sfide che il Trasporto Sociale deve affrontare. Quali sono e quali soluzioni si stanno proponendo?
“Certamente, tutto questo sarebbe l’ideale se le risorse della regione durassero l’intero anno purtroppo pero la richiesta che viene soddisfatta al massimo si arriva al mese di settembre cosa che non avviene nelle altre provincie dove, come a Belluno, la conferenza dei sindaci della locale Ulss, integra lo stanziamento regionale con propri fondi così da consentire lo svolgimento del servizio per l’itero anno.
Con l’arrivo degli ATS Ambiti Territoriali Sociali ci auguriamo che questo servizio venga assunto da questi che potrebbero attivare un lavoro di coprogettazione, come previsto dal Codice del Terzo Settore, con le associazioni del territorio dell’ATS per definire modalità condivise di risposta alla domanda dei cittadini con l’attivazione magari di un centro unico di raccolta delle stesse.
Il centro unico, che provvederà alla raccolta delle richieste, penserebbe poi a ridistribuire i trasporti alle varie associazioni in base alla loro vicinanza alla destinazione del trasporto.
Il Finanziamento regionale attualmente desinato a livello provinciale potrebbe essere rivisto con destinazione agli ATS del Territorio che potrebbero anche arricchirne l’ammontare delle risorse destinate.
Le varie amministrazioni locali potrebbero dedicare a questa attività i fondi che attualmente spendono singolarmente per i trasporti sociali del comune che andrebbero a raggiungersi a quelli di stacco”.
d Giampaolo Zorzo