Marianna Dembinska, in Polonia era una star. Apprezzata giornalista televisiva e autrice di un libro che ha venduto ben 25.000 copie, poi la vita che riserva sempre soprese, la fa arrivare in Italia, a Verona, e negli ultimi anni a Treviso dove attualmente vive.
“Ho fatto il viaggio con la macchina stracarica -dice- e l’incertezza del domani. Ho smesso di piangere verso Graz. Nemmeno so perché lo facessi, perché alla fine volevo andare via, anche se da una parte chiaramente ne ero dispiaciuta. Sono arrivata a Verona in piena notte, verso le 3:30 del mattino. La città era vuota e romantica più che mai con le sue mille luci ma un ritorno a casa strano. Avrei scommesso che fossero passati vent’anni. Non avevo idea di cosa mi avrebbe riservato il futuro e la lista di cose che volevo dalla vita avrei dovuto riaggiornarla di nuovo. Mentre cercavo di capire cosa mettere nell’ordine d’importanza parcheggio la macchina sotto casa e salgo.
Ho finito di scaricare la macchina che erano già le cinque.
Ero molto indecisa se farmi il caffè o andare a letto, alla fine però ho cominciato a mettere via in ordine tutte le cose. Il mio appartamento era quello dov’ero cresciuta, i miei me l’hanno regalato quando si sono separati ma era troppo grande per me sola, c’erano tre camere da letto e lo studio all’ingresso, ma all’epoca si pensava mettessi su famiglia. Ho fatto un po’ di lavori per adattarlo al mio stile, prima di tutto la cucina, che ritenevo troppo seria e vecchia con i mobili che erano in legno massello in rovere molto scuro.
Ho cominciato piano piano anche a guardare gli annunci di lavoro, ma senza nessuna fretta, perché avevo l’impressione che stessi per essere travolta da un uragano a me nuovo, ma veramente piacevole. Non chiedetemi perché. Non chiedetemi cosa sentissi esattamente. Lo sapevo e basta”.
Un salto nel vuoto…
“Mi ero data tempo fino a settembre, così da tenermi tutta l’estate per riflettere e decidere”.
Parliamo del tuo romanzo, il terzo ma il primo in Italiano.
“Lo ritengo frizzante come un prosecco, con un taglio deciso come un amarone. Romanzo “Come cercare guai e trovarli” sorprende ad ogni pagina, con un sviluppo della storia assolutamente inaspettato”.
Cosa ci può aggiungere?
“Due passaggi, quello che amo particolarmente, (Veronica è una mia amica, calabrese che vive a Roma), come nel romanzo. Un giorno d’agosto organizzo una passeggiata nel mio posto magico, scoperto quando avevo forse sette anni. È un lago con attorno le montagne, un posticino isolato col passaggio privato di una mia conoscente, chiuso al pubblico. C’è un ponticello che balla troppo, da sempre. Per fare le foto mi mettevo sdraiata. Io e le mie fobie.
La protagonista è veronese, ritorna a casa dopo 2/3 anni, non venti. Il passaggio di 20 anni è un mio omaggio segreto, perché sono più o meno gli anni che io sono andata via da Verona”.